Baffero Pietro
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Biografie:
gestorben in Tantené (Italien)
Carlo Carmàgnola
(Asp. Guida - INSA)
Cesare Oglina
Claudio Ruscelli
Pietro Baffero
caduti sul M. Tantané il 19/2/84
«Dio del cielo, Signore delle ci Da quattordici anni, le note e le parole di questa preghiera sono legate alla visione di due bare, poste sulla navata della Collegiata di S. Ambrogio in Omegna; e quanta sofferenza provavo quando le udivo storpiate e cantate a spropo¬sito nei bivacchi estivi, da giovani e ragazzi che non hanno mai provato a perdere un amico mentre lottava per la conquista del monte e che mai sperimenteranno quella solidarietà e amicizia che la montagna dona.
Mai più avrei immaginato di riudirle nella stessa chiesa, in una identica circostanza: non più due, ma quattro amici la montagna si è presi!
E una tragedia? Per i profani, ma per chi ama la montagna, sa che essa lega irrimediabilmente a sé: Carlo, Cesare, Claudio, Pietro, quattro volti che si sovrappongono, si confondono in un unico amore e desiderio.
Carlo! Maestro di alpinismo e di vita... Ricordo un bivacco al Piano della Rossa (Devero) con il Corso di Alpinismo 1968... Eravamo quasi sullo stesso livello tecnico e questo ci legava ancor più. Pensavamo a un profondo rinnovamento dell'alpinismo locale, a una ricerca appassionata di nuove viee di nuove tecniche. Tu hai donato tutto alla montagna, condizionando ad essa la tua vita, sei diventato un «forte», un maestro. lo mi sono fermato, ho scelto l'alpinismo più classico, ho scelto un'altra vita e le nostre strade si sono divise sempre più...
Cesare! Amico di estati quarnesi della mia giovinezza. Avevamo tentato qualcosa per svegliare un po' il (troppo) quieto alpestre paesello. Un'estate rotola via: ci si rivede dopo un anno o due, adulti, cambiati, con tante delusioni in corpo, tanti sogni infranti; fatti uomini dalle responsabilità nuove: tu ormai frutto maturo per l'Eternità. Claudio e Pietro, due «novelli» che non conoscevo: esempi di quella schiera di giovani che la montagna continua ad attrarre, per offrir loro, in un tempo privo di ideali, un Ideale grande, che ci fa più uomini, forgiati dalla fatica dell'ascesa, dall'austerità del monte, dall'umiltà che le grandi altezze incutono a chi le avvicina non per esibizionismo, ma per imparare a vincere e a perdere...
Fulvio Bacchetta
Quelle: Rivista Mensile Vol. 105, 1984, Seite 359
Gestorben am:
19.02.1984